Rakikò è un digestivo poco amaro e molto gradevole, un infuso moderatamente alcolico di erbe digestive.

Il nome indica già una sorta di mix genuino ma anche un po’ esotico: Rakikò è l’acronimo di Rabarbaro, Kina e…

Sia come sia, alla base della bevanda, c’è la radice di rabarbaro a cui si unisce la corteccia di china (allora si scriveva “Kina”)… con un vago richiamo fascinoso di estremo Oriente.

Oltre alla china ed al rabarbaro, vi trovano spazio ed aroma in misura adeguata l’assenzio romano e altre erbe che non sono svelate.

Rimane quell’alone di mistero che rappresenta anche una buona dose di fascino.

In quella bottega si accedeva e si accede come ad un luogo sacro, ad un tempio di delizie.

I ragazzini del quartiere vi entravano un po’ intimoriti e alzandosi sulle punte dei piedi, porgevano due soldi alla cassa, solenne come un tabernacolo e squillante come un campanile se ne uscivano felici con un po’ di paste di meliga.

Intanto gli adulti sorseggiavano con fare assorto e compiaciuto il Rakiko’ spruzzato di selz.